2013 - EROICA
EROICA 2013
Sabato 5 ottobre 2013
L’idea è nata, come spesso avviene, da una veloce chiacchierata avvenuta con un altro ciclista durante una delle tante gran fondo a cui ho partecipato in questi ultimi due anni. Mi colpì parecchio il suo racconto, la sua partecipazione l’anno precedente, le sue emozioni, purtroppo scambiammo solo poche parole poiché quella gara aveva inizio!
In seguito a casa mi informo meglio ed inizio a pianificare il tutto: per prima cosa occorre recuperare una bicicletta adatta. Ne parlo subito con il Presidente della Società ciclistica cui faccio parte e lui, in tempi relativamente brevi riesce a recuperarmi una vecchia bicicletta, grazie a un anziano conoscente. E’ sì perché, particolare non da poco, per partecipare all’Eroica occorre tassativamente pedalare con biciclette da corsa realizzate prima del 1987 (non da ciclocross o da cronometro), con leve del cambio posizionate sul tubo obliquo del telaio e pedali muniti di fermapiedi e cinghietti; inoltre il passaggio dei freni deve essere esterno al manubrio ed infine le ruote devono essere montate a profilo basso e avere almeno 32 raggi. Quella bicicletta così velocemente reperita si trova però in uno stato a dir poco pessimo e le eventuali modifiche sicuramente costano più di una nuova e non d’epoca! Decido pertanto e mio malgrado di rinunciare alla sua offerta e mi attivo per reperirne una in maniera autonoma, acquistandola da un rivenditore locale.
L’Eroica si disputa ogni anno in Toscana nella zona del Senese, la terra del prestigioso Chianti, dove peculiare è la presenza di un gran numero di strade bianche, cioè non asfaltate e ben conservate, che seguono le dolci sinuosità del territorio. E’ dalla cittadina di Gaiole in Chianti che nasce l’idea di valorizzare questo patrimonio grazie proprio al ciclismo di altri tempi, quello del sudore e della fatica. Nel primo anno, nel 1997, i partecipanti erano solo 82; oggi nel 2013 gli organizzatori devono, per troppe richieste da tutto il mondo, fare il sorteggio per limitare il numero massimo a circa 5000 ciclisti.
La manifestazione attrae appassionati da tutto il mondo. Sono veramente numerosi gli stranieri, tedeschi, inglesi, americani, giapponesi, spagnoli … Insomma anche quest’anno 32 Paesi differenti arrivano in quel di Gaiole!
Quattro sono i percorsi disponibili, a seconda delle differenti difficoltà presentate, per dare la possibilità a tutti di assaporare queste sensazioni d’altri tempi. Due i tracciati corti di 38 e 75 km, un tragitto medio di 135 km con 1782 metri di dislivello ed infine il vero percorso “eroico” con 209 km e 3619 metri di dislivello che percorre almeno il 60% di strade bianche! Per i primi due percorsi la partenza è stabilita dalle 8.30 in avanti, per i più lunghi dalle 5.00 del mattino. L’Eroica non si può considerare una gran fondo come tutte le altre a cui ho partecipato, poiché questo tipo di competizioni amatoriali all’ora non esistevano. Qui gli organizzatori non cronometrano i tempi di arrivo con i consueti chip elettronici applicati alle caviglie, bensì forniscono, come nelle randonnè, ad ogni ciclista un road book, dove verranno posti i timbri dei vari posti di controllo che si incontreranno lungo il percorso e che rappresentano l’unica testimonianza dell’avvenuto passaggio della tale persona nella tale ora.
Decido che per partecipare all’Eroica non si può dormire in hotel ma ovviamente da “eroico”, cioè in tenda, grazie alla disponibilità degli organizzatori di potere utilizzare il campo sportivo di calcio come area campeggio! Nei pressi sono disponibili spogliatoi, servizi e docce ed è possibile approfittare di un frugale bar per la colazione inizio gara.
Arrivo a Gaiole dopo 7 ore di viaggio in auto. Qui devo attenderne altre due prima di montare la mia tenda visto che piove a dirotto. Le previsioni meteo sono davvero nefaste e di conseguenza “il morale è a terra”. Inganno l’attesa tra le vie del centro, dove numerosi stand propongono la vendita di bici d’epoca, accessori e tutto quello che gravita intorno a questo mondo. E’ presente anche una mostra di bici d’epoca dagli utilizzi più disparati: pompiere, postino, panettiere, davvero curiosa.
Intanto il tempo sembra migliorare, smette di piovere. Ne approfitto per piazzare la tenda e sistemare i materiali. Ma il meteo è davvero poco clemente e la pioggia ritorna appena terminati i lavori. Concludo la lunga giornata in una pizzeria con due pizze e due birre. Alle 20.30 sono già nel sacco a pelo, alle 20.31 mi addormento profondamente !
Domenica 6 ottobre 2013
E’ presto quando mi sveglio e ci vuole un attimo per capire dove mi trovo, buon segno vuol dire che ho riposato bene! Alle 4.00 colazione poco rinforzata ma economica come il dormire del resto!
Oggi il cielo è quasi totalmente sgombro di nuvole e fa ben sperare.
Prima della partenza alle 5.10 viene posto il mio primo timbro sul road book, stabilisco di tentare il percorso più “eroico”, quello di 209 km, e che l’avventura cominci!
Forte la preoccupazione di condurre una bici da corsa su strade sterrate, visto che non possiedo alcuna esperienza. D’altronde in Valsesia non esistono questo tipo di tracciati abbordabili a bici da corsa; al massimo ci sono molti itinerari per mountain bike, ma è un’altra bicicletta, che per altro è stata inventata dopo il 1987!
All’ora di partenza è buio pesto ed è fondamentale l’utilizzo delle luci anteriori, posteriori più il frontale in testa, sopra il caschetto, che non è obbligatorio poiché all’epoca non si usava, tanto è che per i percorsi corti non lo utilizza nessuno.
Il tragitto parte in discesa e su strade sterrate, nonostante la mia illuminazione devo stare più che attento, basta un po’ di ghiaia o un solco troppo profondo e l’Eroica termina ancora prima di iniziare!
Con il sorgere del sole le cose vanno meglio, ma ciò avviene solo due ore dopo la partenza. Su tutto il percorso non esiste assistenza medica, quella meccanica nei ristori è privata e a pagamento. In prossimità delle deviazioni, occorre guardare bene i cartelli indicatori poiché non c’è quasi mai qualcuno che ti può indicare la via giusta da seguire. D’altra parte i paesaggi sono di una bellezza esagerata: i vigneti dominano il panorama dolce di colline e borghi medioevali, in una natura eccelsa e dalla tranquillità innata. Pezzo forte della manifestazione sono i ristori, dove è vietata la distribuzione di sali minerali o qualche altra alchimia moderna, per contro vino, formaggi, salumi, pane con miele, nutella, marmellata abbondano, come la famosa ribollita, che gastronomicamente parlando rappresenta quest’area geografica.
Su questo lunghissimo percorso, costituito da un continuo sali scendi, non si riesce mai a raggiungere velocità sostenute, così come un ulteriore problema è rappresentato dalle possibili forature. Continuo a vedere ciclisti fermi a sostituire camere d’aria, fortunatamente la dea bendata mi aiuta e concludo la prova con zero forature! Giunto all’ultimo ristoro mi avvisano che mancano ancora 45 km e questo demoralizza me e i due ciclisti che mi affiancano in quel momento. Ma oramai non si può mollare, si deve e si vuole andare avanti … sino al traguardo, dove arrivo dopo 13 ore e mezza di pedalata pressoché continua, esausto ma felice!
Anche in questo caso una sola domanda: ne valeva la pena? Eroicamente, sì!
Flavio Facchinetti