CAMMINO SUPERGA VEZZOLANO CREA
Informazioni generali
Cammino di indubbio interesse inaugurato nel 1999 permette di raggiungere la Basilica di Superga al Sacro Monte di Crea. E’ dedicato a Cesare Triveri socio della sezione C.A.I. di Casale Monferrato e promotore del percorso unitamente ai sodalizi di Chivasso, Asti e Moncalieri che appunto contribuirono alla nascita del progetto.
Originariamente concepito da Crea a Superga, negli anni il tracciato subisce modeste migliorie, accorciamenti di qualche chilometro e l’inversione del naturale percorso, non più da Crea a Superga ma viceversa. Grazie al Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 il Parco Naturale del Sacro Monte di Crea in collaborazione con vari enti ed associazioni locali (ben 17 sono i comuni interessati appartenenti alle provincie di Torino, Asti ed Alessandria) istituisce la versione definitiva dell’itinerario.
Per informazioni generali è possibile consultare i seguenti siti: www.caiasti-superga-vezzolano-crea oppure www.piemonteoutdoor.it (disponibili anche le tracce gpx), mentre le mappe sono reperibili digitando il link https://supergacrea.wordpress.com/le-tappe/.
La partenza è dal sagrato della Basilica di Superga. Il complesso è stato voluto nel 1716 da Vittorio Amedeo II per adempiere ad un personale voto ed è stato creato dallo Juvarra, architetto di casa Savoia, in una posizione unica all’interno del Parco Naturale della Collina di Superga e sovrastante dai suoi 670 metri la sottostante pianura. Improbabile non notarla da lontano. Oltre che a piedi o coi mezzi, è raggiungibile utilizzando anche la storica tranvia a dentiera che parte dalla borgata di Sassi di Torino e supera il dislivello di 425 metri con un ripido tracciato. Nei pressi del sagrato è presente un comodo parcheggio, da qui dipartono diversi percorsi escursionistici. Per il cammino in questione ci si muove lungo la dorsale collinare a sud del Po per poi immergersi nel Monferrato tra vigneti, uliveti e campi coltivati. Non troppo asfalto e prevalenza di fondo sterrato rendono l’incedere meno faticoso attraverso sentieri, strade e carrarecce ben segnalate. Si attraversano piccoli centri, castelli e antiche abbazie, prima tra tutte quella romanica di Vezzolano, per concludersi al Sacro Monte di Crea. Situato su una delle alture più elevate del Monferrato, è stato costruito a partire dal 1589 grazie all’iniziativa del Priore di Crea Costantino Massimo, che ha progettato l’ampliamento dell’allora esistente Santuario Mariano oltre che la costruzione di un discreto numero di cappelle dedicate alla Madonna.
Il percorso – pernottamenti e trasporti
L’itinerario di circa 64 chilometri è percorribile in tre o quattro tappe, a seconda delle proprie possibilità, capacità e tempo a disposizione. Mia moglie Stefania ed io lo affrontiamo nelle tre tappe seguenti:
1°) Basilica di Superga – Albugnano 26.00 km / D+ 700 m
2°) Albugnano –Murisengo 20.00 km / D+ 440 m
3°) Murisengo – Sacro Monte di Crea 18.00 km / D+ 300 m
pernottando
•ad Albugnano all’agriturismo Alle Tre Colline via Serra 4, camera doppia con bagno privato e trattamento in mezza pensione per 100 euro
•a Murisengo – frazione San Candido all’albergo San Candido via Casale 7, camera doppia con bagno privato e trattamento in mezza pensione per 100 euro.
Entrambe le strutture hanno un buon rapporto qualità-prezzo (novembre 2020). Camere confortevoli, pulite ed ottimo cibo sono un buon toccasana per riprendere le forze che le tappe chiedono.
Se sostenuto in quattro giorni queste sono le tratte consigliate:
1°) Basilica di Superga – Cinzano 19.00 km
2°) Cinzano –Cocconato 16.00 km
3°) Cocconato – Murisengo 12.00 km
4°) Murisengo – Sacro Monte di Crea 18.00 km
Per il rientro a Superga utilizziamo il servizio N.C.C. (sig. Pogliano corso Q. Sella 14 Torino 388 3418702) al costo di 90 euro. Sono disponibili anche mezzi pubblici (linea Casale Monferrato – Chivasso), occorre in tal caso portarsi alla frazione Madonnina di Serralunga di Crea (informarsi per numero di corse e orari).
A Superga è possibile parcheggiare nei pressi della Basilica, per cui la soluzione migliore è giungere qui in auto.
Diario del nostro cammino
Prima tappa impegnativa che noi affrontiamo unicamente con l’ausilio di mappa e descrizione cartacea oltre che di segnali territoriali. Ciò ci è sufficiente per arrivare ad Albugnano senza errori di percorso ancorché in taluni tratti, specie iniziali, la segnaletica è decisamente carente. Nel primo tratto torinese si cammina nei boschi, piacevoli e discretamente tenuti, poi a mano a mano si entra nell’astigiano. Qui i panorami si ampliano tra vigneti e uliveti, regalandoci orizzonti a perdita d’occhio enfatizzati dai caldi colori tardo autunnali. Diverse località di indubbio interesse completano il bell’itinerario rendendo indimenticabile la giornata. A Sciolze ammiriamo la Parrocchiale di S. Giovanni Battista più volte rimaneggiata nei secoli, a Cinzano la Parrocchiale dedicata a S. Antonio e ad Albugnano la chiesa romanica di S. Pietro all’interno del cimitero. La regina della tappa è l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, poco distante da Albugnano; secondo una leggenda è stata costruita per volere di Carlo Magno nel 773, costui colpito da crisi epilettica ne ha ordinato la realizzazione dopo la guarigione. Il complesso ha raggiunto l’apice del potere ecclesiastico e della conseguente ricchezza nel medioevo e attualmente è uno dei monumenti romanici più visitati dell’intero Piemonte.
Giunti ad Albugnano, meritevole di visita, sostiamo all’agriturismo Alle Tre Colline in una confortevole camera con vista sui sottostanti vigneti e sul Monviso, in lontananza. La cena a base di alimenti di produzione casalinga è un tripudio di sapori piemontesi: peperoni in bagna cauda, radicchio trevigiano alla toma, salame della casa, involtini di pane e prosciutto, battuta di Fassona al coltello con scaglie di grana, agnolotti di carne, rotolo di coniglio con le coste e per concludere un’ottima bavarese al moscato, il tutto accompagnato da vino rosso Albugnano prodotto dall’azienda stessa.
Seconda tappa caratterizzata da nebbia e nuvole basse, che penalizzano molto i panorami circostanti. Sicuramente l’aspetto principe di oggi è la visita di Cocconato con il suo Palazzo Comunale, un raro esempio piemontese di edificio civile in stile gotico, le chiese intitolate a Santa Maria della Consolazione e Santa Caterina. Giustamente denominata la Riviera del Monferrato grazie al suo particolare microclima, che ha consentito la crescita di palme, ulivi e mimosa, Cocconato come l’area limitrofa è conosciuta per la raccolta dei tartufi, differenti da quelli di Alba ma ugualmente pregiati.
Nel complesso tappa più tranquilla di ieri che comunque ci impegna per cinque ore contro le oltre sette di ieri. Pernottiamo a Murisengo presso l’albergo San Candido in frazione omonima e posta a circa 800 metri fuori dall’itinerario. In ogni caso scelta azzeccata e consigliabile è il trattamento di mezza pensione. E arriva l’ora di cena, già oggi notiamo un “esercito” di persone concentrate a degustare le prelibatezze del ristorante e a noi l’appetito non manca! Unici commensali a tavola a causa del periodo di limitazioni pandemiche, possiamo affermare di vivere una vera e propria esperienza gastronomica grazie agli ottimi piatti della cucina piemontese. Il servizio senza pretese non deve spaventare, è il resto l’apoteosi! Abbondante piatto di tagliolini della casa ai funghi porcini sono un ottimo inizio ma è la presentazione in tavola del fritto misto a farci sbalordire! Piatto povero nato dall’esigenza di non sprecare niente dell’animale e utilizzarne anche le parti meno nobili (cervello, fegato, testicoli) insieme a ciò che si ha in dispensa, non viene preparato secondo un’unica ricetta. Gli ingredienti possono cambiare a seconda della disponibilità e della maestria del cuoco, immancabili comunque la carne, la frutta, verdure miste e biscotti, il tutto impanato e fritto. Nel nostro caso assaporiamo semolino, amaretti, mele, salsicce, cotolette, carote, cervella, champignon, dolce della casa con marmellata, il tutto accompagnato da ottimo barbera. Cucinare è davvero un’arte … ci fa dire all’unisono, eh si qui ci torneremo!
Terza tappa sottolineata da una fitta nebbia e nuvolaglia bassa sino al vicino paese di Villadeati. In seguito il percorso prende leggermente quota e ci fa bucare il grigiore, un caldo sole ci tiene compagnia per buona parte dell’itinerario offrendoci bei panorami sotto un mare di nuvole. L’entusiasmo è alle stelle grazie ai mutevoli scorci, uliveti, noccioleti, vigneti che possono apparire monotoni … ma non stancano mai. Ponzano Monferrato è l’unica località degna di nota della giornata grazie alla Parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista, a nobili palazzi e al castello dei Conti Cavallero. Ma noi siamo proiettati verso la meta, che già in lontananza riusciamo a scorgere e finalmente dopo l’ultima salita raggiungiamo. Il Sacro Monte di Crea in tutta la sua bellezza, la chiesa e le numerose cappelle sono il regalo di questi tre giorni. Breve pausa caffè e poi ci concediamo la visita al santuario e alle cappelle, non tutte visibili in quanto sottoposte a lavori di restauro. La giornata termina con il trasferimento tramite NCC già prenotato sino a Superga, anche qui fugace visita alla Basilica e sosta di qualche minuto per commemorare il triste ricordo dell’incidente aereo accorso alla squadra calcistica della vecchia Torino.