EUROPA CENTRALE 1986

FLAVIO FACCHINETTI E FULVIO ROLANDO

MOTO 350 GUZZI CUSTOM

PARTENZA 27 LUGLIO 1986

ARRIVO 11 AGOSTO 1986

CHILOMETRI PERCORSI 4437

ITINERARIO:

        

Nel 1983 ho effettuato un primo viaggio a Londra e un secondo a Parigi, nel 1984 ho visitato Vienna, nel 1985 ho oziato lungo le assolate spiagge spagnole. Organizzare ciò era semplice: bastava prenotare un mezzo di trasporto, aereo, bus o treno; un letto dove dormire, pensione, hotel……magari l’aspetto più “difficile” consisteva nel leggere, nei periodi antecedenti le partenze, informazioni sui luoghi che mi attendevano e quindi redigere un itinerario: monumenti, musei, mezzi di trasporto da utilizzare. Mi mancava però l’aspetto più interessante del viaggiare, quello che funge anche tuttora da stimolo, da motore: l’avventura!

Tra i miei amici solo Fulvio possiede una moto, una Guzzi 350 Custom. Lui utilizza il mezzo unicamente per “rimorchiare” le ragazze o per andare al bar con gli amici, io penso invece che insieme potremmo organizzare qualcosa di diverso, qualcosa di più forte: un viaggio in moto.

L’idea è maturata in Val Gardena, località nella quale ho svolto il servizio militare nel corpo dei paracadutisti alpini. Ne ho già vagamente parlato a Fulvio durante l’ultima licenza, se non altro per impedirgli di prendere ulteriori impegni, lui comunque accetta di buon grado! Nel mese di luglio finalmente la Naja termina e il mio sogno comincia a divenire realtà. Dopo soli due giorni dal ritorno a casa, decidiamo di partire in serata.

Fulvio ed io non abbiamo nessuna esperienza; in ogni caso a differenza mia, l’amico riesce ad improvvisarsi meccanico fai-da-te, requisito basilare per scongiurare eventuali guasti in corso di viaggio, io invece, grazie alle precedenti esperienze degli anni passati e alla rigidità impartitami durante il servizio militare, sono diventato un buon organizzatore, meticoloso e preciso.

Il programma prevede di visitare la Germania, con Monaco, Norimberga, Stoccarda, Francoforte, Bonn, poi la Danimarca, con la città di Copenaghen e il Belgio, con la città di Bruxelles, l’Olanda con Amsterdam … poi si vedrà!

Carichiamo la moto con tutto l’occorrente: utensili per cucinare, materiali per dormire, attrezzi per le possibili riparazioni del mezzo, abbigliamento vario e altro. Purtroppo con tutto questo peso gli ammortizzatori appaiono troppo sgonfi per affrontare un viaggio simile, onde per cui optiamo per rinviare la partenza al giorno successivo, dal momento che per risolvere il problema dobbiamo ricorrere all’intervento di un meccanico o semplicemente di un benzinaio attrezzato.

In tarda mattinata finalmente riusciamo a partire e malgrado il disguido, percorriamo un buon tratto dell’itinerario preventivato, fermandoci a dormire non lontani da S. Moritz, in Svizzera. Per non aggravare con ulteriore peso la moto, abbiamo deciso di non portare la tenda…certo che dormire nel solo sacco a pelo a 2000 metri e non troppo attrezzati ci obbliga ad una nottata infernale, un vero e proprio dormi-veglia a causa delle basse temperature notturne!

Attraversando la Svizzera e quindi l’Austria ammiriamo paesaggi veramente affascinanti, dove la natura è ancora incontaminata. Ieri sera due caprioli ci hanno attraversato la strada.

Raggiungiamo successivamente la Germania, dove si percepisce subito che viaggiare in moto è una “pacchia”, grazie alle ottime e gratuite  autostrade a cui si aggiunge benzina meno cara rispetto all’ Italia.

A parte l’inizio del viaggio, poco felice, riusciamo in seguito ad organizzarci discretamente e trascorrere quindi nottate decisamente più riposanti. Durante i giorni visitiamo le città previste mentre consumiamo i pasti e trascorriamo le notti nelle numerose e ben attrezzate aree picnic ubicate lungo le arterie autostradali.

Abbiamo tentato anche di mangiare nelle trattorie tedesche ma forse troppo abituati alla cucina italiana unita alla non troppo allietante gastronomia tedesca, ci ha fatto desistere preferendo il nostro più rassicurante fornellino!

La Germania non è un Paese troppo turistico. Gli Italiani invadono Monaco durante il periodo dedicato all’ormai celebre October Fest e non ho mai conosciuto nessuno che qui ci trascorre le vacanze, ora ho capito perché! Monaco, Norimberga, Stoccarda, Francoforte, Bonn ed Amburgo, a mio avviso sono tutte città con qualche cosa di interessante ma mai da giustificare una visita singola, che riescono ad essere maggiormente apprezzate nel contesto di un viaggio itinerante, magari in moto. A ciò si aggiunge che molti di questi centri hanno subito bombardamenti dagli alleati durante la seconda guerra mondiale e la ricostruzione non è stata sempre azzeccata!

Mediante un traghetto ci portiamo in Danimarca per la visita di Copenaghen. Il costo della vita in questo Paese è elevatissimo soprattutto per il nostro portafoglio assai limitato; a ciò si aggiunge che pare obbligatorio l’utilizzo di un hotel, difficile da reperire in così alta stagione, con conseguenti prezzi esorbitanti.

Copenaghen comunque surclassa tutte le città tedesche visitate, forse solo Norimberga tiene il confronto, ma queste sono opinioni personali!

Consultando come solito la fidata mappa geografica, ci rendiamo conto che la Svezia è proprio vicina, troppo per non essere toccata e tra l’altro esiste un servizio di traghetti che salpa da Dragor, ad una decina di chilometri dalla capitale danese. Questo ferry conduce alla città svedese di Malmo che la consideriamo quale assaggio di qualche probabile viaggio futuro. All’inizio dell’itinerario mai avremmo pensato di giungere  in Svezia e per altro la località è veramente gradevole, grazie soprattutto alle modeste dimensioni, capaci di trasmettere una quiete e una tranquillità inaspettate, oltre che alla invidiata posizione sul mare. Mi domando: chissà quando torneremo in Svezia…… Con il medesimo traghetto ritorniamo a Dragor per proseguire verso il gioiello del percorso: Amsterdam.

Giunti in Olanda, appare subito evidente la numerosa presenza di piste ciclabili che affiancano le strade. La caratteristica peculiare è che le due ruote hanno diritto di precedenza nella circolazione stradale rispetto a tutti gli altri veicoli,  di conseguenza gli olandesi ne fanno un largo uso, fantascienza in Italia!

Amsterdam è sicuramente la regina del viaggio, tanto da valere i 4400 chilometri trascorsi per l’intera traversata! Con i nostri 20 anni, la città sembra il paese dei balocchi; l’ideale per chi ha voglia di divertirsi durante il giorno e la notte in un posto unico, quasi in mezzo al mare. Fulvio ed io visitiamo la casa di Anna Frank, una barca nella quale vive una colonia di 150 gatti, la casa più stretta della città e monumenti vari. Malgrado offra diverse attrazioni, Amsterdam - per i giovani - rimane comunque tappa essenziale per due motivi: la possibilità di farsi legalmente le “canne”, infatti reperire e consumare droghe leggere è consentito dalla Legge, unita alla presenza di un accattivante quartiere a luci rosse dove si possono ammirare bellissime ragazze, qui la prostituzione è regolamentata e legittimamente consentita. E’ sicuramente meno squallido rispetto a ciò che invece esiste in Italia!

A noi è addirittura capitata la disavventura di aver trascorso la serata in una birreria accorgendoci solo un po’ tardi che si trattava di un ritrovo per omosessuali!

Percorrendo le strade del Paese, scorgiamo solamente quattro mulini a vento, in compenso ammiriamo migliaia di bovini; non si percorreva un chilometro senza vedere una mandria.

Giunti in Belgio, eccoci a Bruxelles. Siamo fortunati, nella capitale si sta svolgendo una grandiosa festa folcloristica che per certi versi assomiglia al nostro carnevale. In questa città, sede del Parlamento europeo, l’ordine e la pulizia regnano sovrane, conseguenza anche delle diverse forme di finanziamento che arrivano dai vari Stati appartenenti alla Comunità Europea.

Il termine del viaggio è rappresentato dalla Città Stato di Lussemburgo, dove ci tratteniamo davvero poche ore a causa delle avverse condizioni climatiche che ci obbligano a ripartire per l’Italia.



Tratto dagli appunti redatti in corso di viaggio


Villa del Bosco, ottobre 2010

 
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Flavio Facchinetti