2012 - BREVETTO PRESTIGIO

PRESTIGIO 2012


Granfondo La Sagrantino

Sabato 10/03/2012

Eccomi in Umbria, non ci sono mai stato anche se da tanti anni avevo intenzione di venire! Un viaggio sino in Umbria per partecipare ad una competizione ciclistica, quale è la Granfondo La Sagrantino, non è conoscere l’Umbria, bensì quasi un calvario se il mezzo utilizzato è una Panda vecchio modello, comunque capace di sobbarcarsi oltre 600 chilometri in 8 ore ancorché su strade stranamente deserte o quasi! Appena giunto nella località di Montefalco, in provincia di Perugia e luogo di inizio e fine gara, eseguo tutte le pratiche necessarie per perfezionare correttamente l’iscrizione: acquisto il chip della Winning-Time, indispensabile per il crono di questa prima e delle successive competizioni che intenderò affrontare, quindi ritiro il pacco gara con annesso pettorale, poi non mi rimane che dirigermi verso l’hotel già prenotato in località Bastardo, a circa 10 chilometri da Montefalco. Nel tardo pomeriggio compio un giro di prova, un piccolo allenamento di 28 chilometri nell’area circostante, che mi aiuta a comprendere meglio la tipologia di asfalto, pessimo, e prendere confidenza con un forte vento, che mi dicono, qui soffiare già da due giorni. E per di più sembra che domani la situazione peggiorerà, almeno secondo le previsioni. Giunge sera, una doccia e due pizze con birra concludono l’intensa giornata.


Domenica 11/03/2012

Anche oggi il vento non perdona ed indosso il K-way con il copritesta sotto il casco oltre i copriscarpa per proteggere i piedi. Mi sono iscritto a questa granfondo, la prima di altre sei prove a cui ho aderito, poiché mio grande sogno è ambire al cosiddetto “Prestigio”.

Il Prestigio è un riconoscimento per quel ciclista che riesce a portare a termine almeno sette gare su dieci, scelte, secondo la discrezionalità di una apposita commissione, tra le prove ciclistiche su strada più impegnative e prestigiose a livello nazionale e non solo. Ogni anno, tra le dieci, vieni infatti scelta una gara straniera (in genere francese o austriaca) oltre che nove competizioni italiane. Tra queste ultime, la romagnola Nove Colli, la veneta Sportful e la trentina Maratona delle Dolomiti sono tre prove cosiddette monumento per numero di adesioni, contesto geografico, difficoltà della prova, quindi intoccabili e sempre proposte. Le restanti cinque vengono invece selezionate in base al numero degli arrivati o più in generale al successo che riscuote e all’organizzazione. In ultimo, ogni anno, si seleziona sempre una “new entry”, una nuova proposta per il brevetto Prestigio. Quest’anno tocca proprio alla Granfondo La Sagrantino in terra umbra. Le gare sono ritenute valide se affrontate nel loro percorso più lungo entro i tempi imposti dalla organizzazione della medesima. La commissione giudicatrice, che assegna l’ambito Scudetto, altro non è che lo staff della rivista Cicloturismo.

L’attesa in griglia è stressante, il vento non molla! Finalmente si parte e il primo tratto è in discesa. Il percorso è un continuo sali-scendi e già alla seconda salita abbandono il K-way per non sudare troppo.

Giunto al punto di ristoro comprendo subito che qui non siamo alla mitica Nove Colli, affrontata nel maggio dello scorso anno proprio per conoscere il mondo delle granfondo e dove i punti ristoro erano un vero trionfo di leccornie! Nei ristori della Sagrantino si possono reperire solo arance, acqua, qualche biscotto dolce o salato. Alla terza ora di fatica incomincio a comprendere di non essere troppo preparato per questa prima gara, sia per i pochi allenamenti finora svolti (ma del resto siamo solo ai primi di marzo…), sia per il fatto che questa prima competizione con i suoi 1936 metri di dislivello per uno sviluppo di 138 chilometri, è un inizio un poco troppo faticoso.

Con il passare delle ore la stanchezza si accumula, la paura di qualche crampo oppure di non riuscire a portarla a termine entro la durata massima di sette ore prende strada tra i miei pensieri. Ma non mollo, cercando di non esagerare e con un occhio attento al mio orologio poiché è il trascorrere del tempo il vero incubo! Vedo il cartello che segnala gli ultimi dieci chilometri e così mi faccio coraggio, anche se con la mente ripercorro il profilo altimetrico della gara studiato a casa e ricordo che gli ultimi due chilometri prima dell’arrivo sono di erta salita. Concludo con il tempo di 6 ore e 55 minuti e riesco a mettere in tasca la prima sfida, che fatica però! Stanco come pochi, impacchetto la bici e dopo un misero ristoro finale tra le bancherelle del centro, mi rimetto subito in viaggio verso casa. Troppo lungo il tragitto, deciso di fermarmi a Cesena e crollo in un sonno ristoratore in una accogliente e piccola pensione romagnola.


Granfondo La via del sale

Sabato 31/03/2012

Viaggio meno stressante quello per giungere a Cervia, località di partenza e di arrivo di questa seconda prova del circuito Prestigio. La rivista Cicloturismo riporta i dati della prova: 150 chilometri per 2100 metri di dislivello da completare entro il limite massimo di 7 ore… solo oggi imparo che è tutto un errore! Proprio l’ultimo numero del mensile rettifica i dati riportati, riducendo a 1500 metri il dislivello complessivo ed elevando il tempo limite a 7 ore e mezza. Notizia che mi rasserena non poco!

La bella località della riviera romagnola non appare nel pieno della stagione turistica, molti locali e alberghi sono ancora chiusi probabilmente in attesa delle prossime vacanze Pasquali. In ogni caso la competizione attrae molte persone, direttamente impegnate nella granfondo (3500 sono gli iscritti) o nelle prove collaterali magari seguite da relative famiglie o semplici appassionati o curiosi. Piacevole incontro al bar con un anziano signore, un veterano del ciclismo, mi racconta la sua storia, fatta di gare, di ricordi, di entusiasmo… e di quella pleurite che negli anni migliori lo ha costretto a rinunciare alla bicicletta per ben due anni. Mi racconta essere stato un forte scalatore ed ancora adesso giovani leve si rivolgono a lui per consigli. Alla bicicletta non rinuncia e partecipa ancora a qualche competizione locale.


Domenica 01/04/2012

La partenza è stabilita lungo una via stretta che può dar adito a incidenti e scontri, dal momento che è uso comune tra i ciclisti trepidanti, e sinceramente non capisco perché, accanirsi l’uno con l’altro sino a toccare i manubri o altro, giusto per guadagnare pochi metri di spazio prima dello start. La buona organizzazione romagnola blocca con transenne le varie griglie, stabilite per ordine di pettorale, e questo impedisce almeno in parte i probabili incidenti già al via.

I primi trenta chilometri sono di relativa pianura, poi inizia la salita al colle di Monte Cavallo, il primo dei quattro da affrontare e con la salita inizia anche a cadere una pioggia leggera, che mi accompagnerà per circa mezz’oretta. Sosto a tutti i ristori, solo per pochi minuti. Sono il vero gioiello della manifestazione, che mi sembra trionfare solo qui in Romagna, almeno per la poca esperienza che finora ho accumulato in fatto di granfondo. Mi sembra di capire però, tra i dialoghi avuti con partecipanti già ieri e dopo la gara, che è pensiero comune. Nei ristori si può mangiare ogni ben di Dio: banane, arance, mortadella, torte dolci e salate, tranci di pizza, in alcuni pasta, bere ottimo succo di mirtillo, coca cola, ovviamente sali minerali diluiti in acqua, a volte pure caffè.

La fatica dopo avere svalicato anche l’ultimo dei quattro colli prende il sopravvento, ma nulla a che vedere con l’agonia sopportata durante La Sagrantino. Gli ultimi trenta chilometri sono resi difficoltosi da un forte vento contrario al movimento, ma la vista del cartello “10 KM ALL’ARRIVO”, per altro tutti pianeggianti, mi fa pensare, dai che è fatta! Calcoli errati… poiché per un mio tragico errore, sbaglio strada incanalandomi in una direzione completamente diversa, che percorro per diversi chilometri. Mi accorgo della distrazione perché mi rendo conto di avere già pedalato più dei dieci chilometri prospettati, inoltre non vedo più cartelli segnalatori ne tanto meno ciclisti. Chiedo a passanti e subito ritorno sui miei passi, tagliando il traguardo alle 1621. Troppo tardi, l’arrivo massimo consentito è alle 16,00! Spiego ai tecnici la situazione, dei miei 15 chilometri di sbaglio, ma loro mi rispondono che, malgrado i miei tempi siano stati tutti correttamente registrati lungo i rilevamenti parziali (quindi ciò che dico è credibile…), è solo il Responsabile di Cicloturismo che decide… Trascorro così i tre giorni seguenti in un vero e proprio incubo e solo il terzo giorno mi informa direttamente il Responsabile che il mio tempo rientra in classifica, aggiudicandomi anche la seconda prova Prestigio. In cambio gli prometto di non farmi più sentire e di prestare più attenzione alla segnaletica! Probabilmente, se mi avessero annullato la prova, avrei rinunciato al Prestigio semplicemente perché questa è la seconda gara ed io ho possibilità di partecipare solamente a otto gare, di cui sette certe e una cuscinetto nel caso dovesse non andarne a buon fine una.


Granfondo Dieci Colli

Lunedì 30/04/2012

Il percorso della Dieci Colli parte e si conclude all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna e come logica conseguenza Stefania è qui con me. Potrà unire affetti famigliari e partecipazione, seppure indiretta, alla mia terza prova. Viaggio tranquillo, di sole tre ore e mezza, nel primo pomeriggio eccoci in albergo, poi a ritirare pacco gara e pettorale. Nell’area sono numerosi gli stand, direi molto meno il numero di ciclisti o curiosi. Assai deludente, non si respira aria di gara, magari, mi dico, giungeranno in serata o direttamente l’indomani, dal momento che alla partenza sono previsti circa 2000 iscritti. Mentre Stefania incontra la famiglia, mi accingo ad assemblare le ruote della bicicletta, che necessariamente ho dovuto smontare per poterla trasportare nel bagagliaio della mia Panda. Ho intenzione di compiere poi qualche giro di prova, non che domani scopra di avere effettuato qualche errore di montaggio, ma un furioso temporale mi costringe a rivedere i piani e a posticipare il tutto. Pensiamo, in un primo momento, di cenare in una pizzeria non distante ma la vista di un fornitissimo centro commerciale ci induce a cambiare idea. Non si effettua servizio al tavolo e non forniscono posate se non di plastica, ma i tranci di pizza e la birra a fiumi di un localino interno al centro ci riempie lo stomaco a dovere e a prezzi stracciati.


Martedì 01/05/2012

Ottima e abbondante colazione dell’hotel e in auto mi porto in prossimità dell’Unipol Arena. Stefania rimane a letto ancora un poco, è inutile che venga con me. Ci ritroveremo all’arrivo dopo le 15,00, le dico, sperando che tutto vada per il verso giusto. Anche per questa competizione, come per quelle già effettuate, c’è la possibilità di scegliere tra il percorso corto, medio o lungo. Come al solito, si ritiene valida come prova Prestigio unicamente il tracciato lungo, che qui è stabilito in 154 chilometri per 2413 metri di dislivello.

La partenza avviene senza problemi, sembra pure che manchino i soliti esaltati che devono passarti davanti a tutti i costi, dimenticandosi probabilmente che queste prove sono poco o niente competitive. I punti dei ristori sono ben gestiti, magari un poco essenziali, ma forniti, che è ciò che conta. Ecco che, come per altro previsto dal meteo, la pioggia comincia a cadere, in maniera continua ma fortunatamente non troppo violenta. E’ comunque indispensabile, almeno per me, limitare la velocità in discesa, specie in prossimità di curve. Dopo circa due ore e mezza, la pioggia cessa e posso togliere il k-way. Questi dieci colli non sono ben definiti, per cui mi diventa difficile capire la posizione esatta in cui mi trova, e soprattutto quanto manca al traguardo. La presenza dei quattro ristori sono il segnale più attendibile circa l’esattezza del percorso finora svolto, visto che il mio contachilometri vuoi per la pioggia, vuoi per la scarsa qualità, è completamente inaffidabile. L’ultimo colle, Montemaggiore, è il più duro, con pendenza massima al 18%, l’inizio della salita è contrassegnato dal cartello “salita molto impegnativa”. E qui vedo ciclisti arresi, scesi dalla bicicletta, la spingono a mano verso la meta finale. Per contro, io trovo coraggio sapendo che è davvero l’ultima fatica prima del traguardo e aggredisco con le forze che mi restano i metri finali. All’arrivo, oltre Stefania mia moglie, la piacevole sorpresa di incontrare la di lei sorella Erika. Fermo il cronometro a 6 ore 57 primi 26 secondi, ben al di sotto del tempo massimo consentito di 8 ore 45 minuti! Sono molto contento, ho in tasca anche la terza prova e il mio fisico comincia a rispondere a dovere.

Il rientro a casa è assai snervante a causa dell’incessante pioggia e di traffico esasperante.


Granfondo Nove Colli

Sabato 19/05/2012

Viaggio in auto tranquillo in una bella giornata di sole primaverile. Come lo scorso anno, eccomi qui di nuovo per tentare di concludere la mitica Nove Colli, questa volta senza Stefania, impegnata nella mezza maratona di Vercelli. Per lei sarà la prima gara che affronta completamente sola, senza nemmeno la mia rassicurante presenza, come è avvenuto nell’ultima occasione, la mezza di Vigevano.

Pernotto nuovamente all’Hotel Boston, nella frazione di Valleverde di Cesenatico. I proprietari si ricordano di me, mentre io, come al solito, un po’ meno di loro! Colpa del mio modo di fare, quando sono in giornata sono un gran chiacchierone, e, di qualsiasi argomento si tratti, riesco a coinvolgere molte persone, anche sconosciute fino al momento, a discapito poi di ricordarmi dei loro volti in eventuali incontri futuri!

Ritiro poi il pacco gara e scopro con vero piacere che quest’anno l’organizzazione consegna i pantaloncini da bicicletta in completo con la maglia tecnica contenuta nel pacco gara dell’anno scorso, che già possiedo. Le previsioni meteo per l’indomani non sono così rosee: cielo nuvoloso sin dal mattino, pioggia dalla prime ore pomeridiane; speriamo si sbaglino!

Parecchi ciclisti occupano l’hotel, poco prima di cena conosco uno di loro, Alberto Camnaghi.

A differenza mia, Alberto è un vero e proprio ciclista specializzato in granfondo e randonnée. Ha partecipato alla mitica Parigi-Brest-Parigi, alla Sicilia No Stop e soprattutto alla prima edizione della 1001 Miglia, alla quale mi sono iscritto proprio nell’edizione di quest’anno, nel mese di agosto. E proprio a proposito di questa randonneeée, certo di ottenere più informazioni e consigli. Il suo è un pessimo ricordo, lamenta soprattutto la disorganizzazione totale del Patron Fermo Rigamonti, disappunti che accordavano parecchi altri ciclisti partecipanti; mi racconta che le edizioni successive sono state leggermente meglio organizzate. Ci lasciamo con un scambio di indirizzi di posta elettronica, per eventuali altri scambi di opinione. Cene e presto a dormire.

Alle prime luci dell’alba, quando è il momento della sveglia, sento provenire un gran trambusto dalle camere vicine. Immagino essere altri ciclisti che cominciano a vivere un po’ rumorosamente la giornata… Scopro solo facendo colazione, poco più tardi, che quel trambusto era in realtà generato da una scossa di terremoto. Io non ho avvertito nulla, il sisma ha avuto epicentro in Emilia, con i danni che purtroppo tutti sappiamo.


Domenica 20/05/2012

Il lungo serpentone dei 12000-13000 partecipanti sembra infinito. Io, trovandomi circa poco dopo la metà, sorpasso la linea della partenza 31 minuti dopo lo start ufficiale. L’emozione è fortissima, la consapevolezza che ci sarà da soffrire, mi tormenta ma oramai siamo in ballo e qui, memore della prova dell’anno scorso, ci sarà da ballare parecchio! Supero i primi colli senza problemi, sino a giungere ai piedi del Barbotto. La salita sino al colle mi stronca e a poco servono i numerosi e fornitissimi punti ristoro. Poi in discesa e salita con tranquillità fino al Tiffi, proseguendo poi sino al 6° colle - Perticara - e quindi il 7° - Pugliano - lunghi entrambi ben 9 km che sembrano non terminare mai! Si respira con il Passo delle Siepi per poi concludere con l’ultimo terribile colle, il Gorolo, che presenta una pendenza max al 17%; il Barbotto, che è il più duro, ha una pendenza max pari al 18%. E proprio mentre affronto il Gorolo, arriva la pioggia, che mi accompagnerà sino al traguardo. Concludo la fatica in 10 ore e 23 minuti; otto minuti in più rispetto allo scorso anno, probabilmente perché a differenza della prova 2011, ho approfittato di tutti i punti ristoro presenti. D’altronde se manca benzina la macchina non viaggia e a me interessa solo concludere senza incidenti la gara, indipendentemente dal tempo impiegato.             


Granfondo Damiano Cunego

Sabato 02/06/2012

Villa del Bosco – Verona, decisamente il viaggio in auto più breve sinora effettuato per partecipare a gare Prestigio. La città di Giulietta e Romeo ospita questa ennesima prova, trovare la via Guido d’Arezzo, punto di ritrovo per ritiro pacco gara, pettorale e luogo di partenza e arrivo, è tutt’altro che facile nel dedalo di strade cittadine. Per altro non è presente nessuna indicazione circa la presenza di una gara ciclistica per l’indomani. Anche la ricerca dell’hotel prenotato è una vera e propria caccia al tesoro. Un bel labirinto di sensi unici mette a dura prova la mia pazienza, ma alla fine eccomi giunto. Ho la sensazione che pochi a Verona conoscano la manifestazione, tra l’altro parallelamente domani si disputerà pure una gara sportiva per disabili, bah sono un poco perplesso e spero che il percorso sia ben segnalato e con ottimi e indispensabili punti ristoro.


Domenica 03/06/2012

Scopro alla partenza che quest’anno il numero iscritti ha avuto un vero e proprio tracollo rispetto alle edizioni precedenti, poco meno di 2000 partecipanti. Il tentativo di convogliare troppi ciclisti in spazi stretti genera una gran confusione, nessuno riesce a rispettare la propria posizione in griglia e tutti si mettono alla belle meglio dove trovano posto! E pensare che il viale di partenza è molto lungo, magari bastava sfruttarlo per intero. Scambio due parole con il ragazzo che mi affianca. Proviene dalla provincia di Ferrara, la più colpita dal sisma. Mi racconta che la sua casa non ha subito danni, a differenza del negozio di sua sorella. Oggi partecipa con l’intento di “staccare la spina” da questa tragedia, inseguendo un poco di normalità, quella normalità che il terremoto gli ha portato via.

Si parte. Il tracciato presenta lunghe salite non particolarmente dure, con pendenze continue per complessivi 145 chilometri e 3300 metri di dislivello. Bello il paesaggio circostante, pedaliamo tra campi di alberi di ciliegie carichi del dolce e rosso frutto. Una vera tentazione, se non fosse per i frequenti cartelli che ne vietano l’assaggio causa presenza pesticidi! Il primo ristoro è ben servito, i successivi un poco meno sino a non trovare più acqua e sali. Fortunatamente, a discapito delle previsioni meteo, non piove. Concludo la prova in 7 ore 19 minuti e sono felice.

Si fatica ad ottenere questo scudetto! Superare almeno sette gare, affrontare allenamenti, viaggi in auto, prove sportive sperando che tutto vada per il verso giusto è un bell’impegno. La prossima gara a cui sono chiamato è la Sportful, la più dura in assoluto e non solo a livello nazionale ma anche europeo. Dubbi e perplessità mi assalgono, sarò in grado? E con questi pensieri mi riavvio in auto verso casa.


Granfondo Sportful

Sabato 16/06/2012

Eccomi arrivato al dunque, è da 15 giorni, cioè dopo la Damiano Cunego, che il pensiero di questa prova mi tormenta. E in questo caso l’indifferenza che adotto in molti altri eventi, non regge, anzi fatica a consolidarsi. Qui c’è poco da essere indifferenti!

Il viaggio di 465 chilometri sino al Feltre mette a dura prova la mia Panda, che indomita compie il suo dovere. Il meteo sembra favorevole, persino un poco troppo caldo. Meglio così, pioggia e neve hanno caratterizzato l’edizione scorsa.

Sento le gambe affaticate a causa di un inevitabile cambio di mansione lavorativa, che mi ha obbligato queste due settimane a stare perennemente in piedi, speriamo! Cercherò di utilizzare la mia carta migliore, anche in questa occasione, io non sono uno sportivo, un atleta e conto sulla mia forza interiore, sulla volontà di non mollare mai.

Pernotto nella località di Miane, un po’ troppo lontana e scomoda da Feltre, luogo della partenza. Non faccio tempo ad entrare nel B&B Ernestina che già inchiodo i proprietari in una chiacchierata infinita. Giustifico il mio fiume di parole e li sollievo ricordandogli che tanto domani me ne andrò, che per mia moglie è una situazione normale e ne è abituata.


Domenica 17/06/2012

Già in griglia si respira aria di tensione. Il ciclista al mio fianco e uno poco distante si fanno il segno della croce. Anch’io, quasi in maniera automatica, compio quel gesto. La competizione assegna un tempo massimo di 13 ore. Possono sembrare molte, ma il tracciato di 216 chilometri e soprattutto di 5300 metri di dislivello pongono la manifestazione in vetta alle granfondo più dure nel panorama europeo e pertanto non accessibili a tutti. La Sportful è anche una gara nella gara: occorre transitare a Cencenighe Agordino entro le ore 14, poi il cancello viene chiuso; secondo il regolamento sportivo chi vorrà ugualmente proseguire non verrà inserito in classifica. Io riesco a tagliare questo primo traguardo 15 minuti prima della chiusura, a seguire mi attende la salita infinita, quasi 20 chilometri, che conduce al Passo Valles, alto poco più di 2000 metri slm.

In generale le salite della Sportful sono più lunghe ma meno ripide se paragonate a quelle affrontate durante la Nove Colli. Il paesaggio è grandioso, mi ritrovo a pedalare tra la catena montuosa delle Dolomiti, in una giornata di cielo completamente sereno e temperatura calda, che obbliga a bere sovente. Non c’è paragone con nessun’altra gara finora effettuata. Anche l’organizzazione non è da meno, paragonabile a quella della Nove Colli, con ristori carichi di ogni delizia! Il successivo Passo Rolle è pedalabile ma i già tanti chilometri effettuati spossano alcuni ciclisti. Sono frequenti infatti autoambulanze ferme ad accogliere ciclisti arresi non per caduta ma proprio per sfinimento. L’ultimo passo, il Croce d’Aune, inganna e per questo è il più temuto. Inizia con una salita tranquilla per poi concludere assai ripidamente negli ultimi tre chilometri ed il tempo è tiranno: Feltre è ancora lontana.

Giungo al traguardo in 12 ore 21 minuti enormemente soddisfatto e felice ma con l’immediato pensiero: mai più! La Nove Colli è una competizione difficile ma questa è un’altra storia!


Granfondo La Pinarello

Sabato 14/07/2012

Alla faccia della crisi, l’autostrada è intasata di automobilisti diretti al mare, montagna, città d’arte, inevitabili l’intenso traffico, le code e gli incidenti, anche minimi. Arrivo a Treviso dopo sei ore d’auto e fortunatamente l’hotel dista poco meno di un chilometro dal punto di partenza e arrivo di questa granfondo. Il nome della manifestazione lo si deve alla famiglia Pinarello, qui originari e fondatori di una fabbrica che ancora oggi realizza biciclette di elevata qualità tecnica e affermata a livello mondiale. Il capostipite corse addirittura la prima edizione festeggiando i suoi 75 anni, domani – 15 anni dopo – sarà ancora lì, alla partenza con il microfono in mano a onorare le sue 90 primavere! L’edizione di quest’anno verrà comunque ricordata per un triste evento: la morte prematura del figlio Andrea, ciclista affermato; probabilmente anche le edizioni successive diverranno un momento di ricordo in memoria della sua figura.


Domenica 15/07/2012

Anche questa gara con i suoi 169 chilometri e i 3170 metri di dislivello rimane una competizione assai impegnativa e con difficoltà concentrate nei due colli centrali, il Praderago e il Tomba, dei quattro complessivi. La tensione è alle stelle, devo farcela a tutti i costi poiché questa potrebbe divenire l’ultima prova Prestigio, dopo le sei già in tasca. La gara di scorta del 2 settembre coincide infatti con il ferie di vacanza che Stefania ed io abbiamo prenotato in Grecia, nell’isola di Santorini, prima e con il tentativo di ascensione al Monte Olimpo poi.

Sono posizionato nella prima griglia di partenza, e non certo per merito sportivo o conoscenze, ma semplicemente perché per sbaglio mi sono iscritto e pagato la quota relativa nell’ottobre 2011, cioè quando le iscrizioni per l’edizione 2012 non erano ancora aperte ufficialmente. Lo staff organizzativo ha mantenuto valida l’iscrizione ed eccomi qui. Il meteo non lascia presagire nulla di buono, in ogni caso il cielo è abbastanza sereno, vedremo. I partecipanti alla manifestazione odierna, che comprende tre tipologie di gare diverse, sono 4000, un bel numero! Il percorso lungo sarà tentato da circa un migliaio. Alle 8.00 finalmente si parte. Già per la Sportful ne sentivo la necessità, così oggi mi sono provvisto di due borracce con acqua e Sali, bere in abbondanza è molto importante per scongiurare crampi e disidratazione.

Il primo passo è abbordabile, per raggiungerlo occorre pedalare per 30 chilometri, tanti quanti ne servono per arrivare alla base del Praderago e da qui si scatena l’inferno!! Una pioggia incessante mi accompagnerà per diverse ore, fortunatamente porto al seguito copri scarpe impermeabili e k-way, poco tecnico e un po’ antiquato, ma che in caso di pioggia continua e furiosa risulta molto più funzionale dei capi moderni e ultraleggeri. In discesa occorre procedere ad andatura assai moderata e soprattutto con le mani incollate sui freni. La situazione non cambia anche per il terzo colle, il Tomba, qui però la pioggia diventa meno aggressiva. L’asfalto è ricoperto, probabilmente a causa della combinazione vento + pioggia, di aghi di qualche specie botanica, veri e propri chiodi per le gomme delle biciclette! Conto infatti almeno una trentina di ciclisti fermi a bordo strada a causa di forature delle camere d’aria. Un ciclista mi urla se ne ho una di troppo, e in qual caso di vendergliela, ma purtroppo ne possiedo solo una e sono già ben preoccupato di mio! La discesa dal Tomba altro non è che una gimcana per evitare qualunque residuo o ostacolo sospetto fermo sull’asfalto, rallento ancora a discapito delle ore che trascorrono mentre i chilometri un po’ meno! Terminata la discesa, la strada è meno sporca e l’ultimo colle, il Presa Pio XIII mi appare non troppo ostico, anche grazie all’aiuto dei ristori ben forniti e ottimamente posizionati.

Giungo al traguardo in 8 ore 4 minuti, felicissimo, entusiasta di questa grandiosa esperienza Prestigiosa e con la consapevolezza di avere lo scudetto 2012 in tasca.

Il sintesi il Prestigio è stato fonte di estrema soddisfazione personale, sia per il risultato ottenuto, sia per avermi permesso di conoscere il mondo delle granfondo. Il rovescio della medaglia? Quanta sofferenza, almeno nel mio caso!

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Flavio Facchinetti

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